Guida dei dintorni
L’itinerario alla scoperta di Roma che vogliamo proporre al visitatore del nostro sito, non è il solito tour nei monumenti più fotografati della Capitale, correlato da una guida dei ristoranti à la page e delle terrazze panoramiche degli alberghi più esclusivi.
Cercheremo di condurvi per le viuzze acciottolate del centro storico, partendo dal Portico di Ottavia, dove secoli di storia e di arte si sovrappongono e creano scenari indimenticabili. Andateci presto il mattino, quando il Ghetto è quasi vuoto e i primi raggi del sole picchiettano timidi il propileo di accesso, le colonne di marmo bianco e i fusti di marmo cipollino alternati ai capitelli corinzi. Oppure la sera, al tramonto, quando spicchi di luce avvolgono e tingono di rosa e arancio la facciata della Chiesa di Sant’ Angelo presso il Tempio di Giove, edificata nel XII secolo e quelle dei palazzi adiacenti. Proseguite poi in direzione Piazza Navona, per soffermarsi al Pantheon, il Tempio di Tutti gli Dei, voluto dall’imperatore Adriano che con la sua forma rotonda volle riprodurre il globo terrestre e la sfera stellare. La cupola ha la forma delle capanne ancestrali e se si sosta dentro con lo sguardo rivolto in su, si può notare l’apertura del suo tetto simile a quello delle casupole primordiali dalla cui fenditura il fumo dei più antichi focolari rimontava verso il cielo e le stelle.
Una piccola deviazione a sinistra e si giunge verso la Chiesa San Luigi dei Francesi. Troverete lì nella cappella Contarelli il Caravaggio e i suoi tre capolavori assoluti: il Martirio di San Matteo, San Matteo e l'angelo e La Vocazione di san Matteo. A pochi passi si trova anche la Chiesa di Sant’Agostino. Ospita la Madonna di Loreto, detta anche Madonna del Pellegrini, uno dei più noti capolavori del pittore donato alla chiesa come ringraziamento per l'asilo concesso. Difficile non rimanere sopraffatti di fronte a questi dipinti, davanti all’analisi puntigliosa e attenta dello stato fisico ed emotivo umano, dall’uso scenografico della luce e del colore, soprattutto del suo nero, così diverso da quello usato di Raffaello.
Si oltrepassa il Tevere per sorseggiare un caffè all’ombra dei platani secolari stagliati sulla riva al Chiosco dei Libri, ai piedi di Castel Sant’Angelo, alias il Mausoleo di Adriano risalente al II secolo d.c. Impossibile non pensare alla scrittrice Marguerite Yourcenar e al suo immenso “Memorie di Adriano”.
Anima vagula blandula... inizia con una poesia dell’imperatore il suo libro, e a noi piace vederli insieme, indivisibili.
Alle spalle del Mausoleo a Piazza Cavour, il nostro ufficio, ma proseguite, perché noi siamo sempre on line e vi rispondiamo immediatamente.
Seguite il cuore e andate verso villa Borghese, per una passeggiata rifocillante nel verde. Guardateci dal Belvedere. Fermatevi alla Galleria Borghese, nelle sue sale incontrerete il Bernini, Artemisia Gentileschi, Canova, e di nuovo il Caravaggio.
Poi, per un nuovo linguaggio delle immagini, terminate la visita al Dipartimento Italiano di Studi Orientali. Il centro del cortile è sovrastato da una statua grandissima, La Scultura Blu di Massimo Fagioli, con la base in bronzo e due immagini in ferro sottile. La prima, quella collocata indietro, corrisponde alla rappresentazione di un uomo stupito dalla creatività della donna che è disposta in avanti e porta in grembo un bambino, “non certamente la rappresentazione esatta di una testa di bambino che nasce” dirà in seguito l’autore. Ma l’unicità della scultura è proprio questa, un innovativo coraggio delle immagini che sono insieme linea e creazione originale.
E non possiamo che terminare con il suggerimento dell’acquisto di un libro di architettura. Troverete dentro le sue pagine un’altra sorprendete immagine, “La donna nera”, la nota drammatica di una donna che tenta di sollevare le braccia verso l’alto per togliersi da quel piano terra apparentemente chiuso di oppressione dalle strutture storiche e culturali della casa intesa come famiglia e come destino. Indica il poter emergere nel rapporto con le due immagini di amore e di identità maschile, ai livelli di intelligenza e di arte che sarebbero propri degli uomini.
Siamo stati influenzati da quest’opera per il nostro logo, un insieme inspirato di dedica e affermazione di se stessi, perché la donna con le braccia alzate assomiglia ad una Y, che è anche l’iniziale del nome di Stella nella sua lingua madre.